sabato 4 marzo 2023

"La Chiave" (racconto di fantasia... forse...)

Credevo sarebbe stato tutto un mondo piatto da quando il mio collare è stato sganciato e riposto dentro alla mia valigia assieme alle emozioni che non mi sarei più permessa di provare, di rendermi vulnerabile.
Tutti distanti dietro ad un muro di cinta inviolabile ma decorato dall'immagine che tutti avrebbero dovuto vedere di me, forte e completa, in modo da non far avvicinare nessuno carico di intenti non richiesti.
Qualche messaggio, qualche conoscenza, ma tutte tenute a debita distanza per non illudermi e non illudere, finché una conoscenza tra le tante inizia ad avere un sapore diverso, ci annusiamo da distante dopo quasi 2 anni dal primo incontro ad un Munch, ci studiamo, ci mettiamo alla prova e giochiamo a sfiorare i limiti reciproci, sempre da lontano, pur abitando vicini, ma tutto deve avere il proprio momento. 
Una serata come tante, di quelle apatiche e vuote che servono solo a far arrivare il giorno successivo e a far passare il tempo per non interrompere il susseguirsi del calendario.
Il telefono trilla all'improvviso, in maniera inaspettata a rompere il silenzio in cui mi stavo assopendo.
"Ti aspetto qui"
Con una posizione maps.
Non una parola di più, non una richiesta, ma un'indicazione precisa senza possibilità di replica da quel contatto conosciuto da tempo ma solo ora scoperto davvero. 
Mi vesto al volo e mi metto in macchina, non so dove esattamente mi avrebbe portato, ma avevo voglia di arrivarci prima possibile, anche se quei 12 minuti che indicava il display mi sarebbero sembrati un'eternità, il cuore che batte, il respiro si fa man mano più affannoso e la voglia inizia a salire rendendomi difficile guidare, troppo presa dal l'ignoto preannunciato che si nasconde in quelle 3 parole unite a serate passate al telefono ad annusarci. 
Arrivo, una porta, la cassetta della posta riporta il suo nome, quindi sono nel posto giusto, rispondo al messaggio :
"sono arrivata" 
"entra è aperto" 
Buio, solo la luce delle candele in una stanza spoglia e minimal, lui mi aspetta in poltrona nemmeno alzando lo sguardo verso di me, come se il varcare quella porta fosse una routine già vista. 
"entra, mettiti comoda. Chiudi la porta a chiave e portala qui" 

Due giri di mandata, sfilo la piccola chiave senza gingilli di nessuna sorta e la metto tra i denti, mentre mi avvicino a passi brevi in modo da poter nascondere l'eccitazione e l'ansia che mi pervadono. 
Mi metto davanti a lui in piedi, che sta fissando il telefono a gambe accavallate, piedi nudi, una tuta da ginnastica, come se non si aspettasse di ricevere visite, alza lo sguardo verso di me e io mi inginocchio al suo cospetto, sempre con la mia piccola chiave tra i denti, stretta per non perderla, il viso rivolto verso di lui e gli occhi bassi rivolti al pavimento. 
Non lo vedo, ma percepisco il suo sguardo compiaciuto e soddisfatto, ma non stupito della mia iniziativa, poggia il telefono e poggia i gomiti sulle sue ginocchia avvicinandosi al mio viso, mi scosta un ciuffo di capelli dal viso e unisce le mani. 
"Missy, sapevo che saresti venuta ma dovevi comunque rispondere al messaggio" 
"si, scusa" 
"come si dice Missy? "Si" cosa? "
"si signore" tenendo stretta la mia chiave tra i denti
"bene, vedo che non servono spiegazioni o lezioni, ma solo correzioni perché tu possa ricordare bene ciò che già sai, e, in questo caso, la tolleranza sarà minore rispetto ad una novizia" 
"si Signore" 
" inizieremo subito, e attenta a non far cadere la chiave, altrimenti sarò costretto a farti imprimere anche questo concetto" 
"si Signore" 
"adesso alzati, abbassati i pantaloni e le mutande, appoggia le mani al tavolo con i gomiti aperti e appoggiaci una guancia" 
Conosce bene i miei gusti, i miei desideri e le mie perversioni, ne abbiamo parlato "tra le righe", contrattando i Limiti senza troppi giri di parole, nell'attesa di poterli sfiorare. 
"Missy ti ricordi le safewords? Se devo rallentare dimmi giallo, se devo fermarmi di rosso, molla la chiave per farlo" 
"si Signore" 
Eseguo, ma non lo sento alzarsi subito, sento solo il suo sguardo su di me per un tempo interminabile, e sento le cosce iniziare a bagnarsi per l'attesa e l'eccitazione, esposta e vulnerabile ma certa di essere al mio posto. 
Si alza e si avvicina, con una mano mi afferra i capelli, rimasti legati in una semplice coda, in maniera ferma ma senza tirare. 
In un attimo arriva il primo colpo a mano aperta, secco, deciso che mi fa sobbalzare, e sento l'altra mano tirare i capelli per rimettermi al mio posto. 
"Conta Missy, ma attenta alla chiave" 
" uno" un altro colpo "due" ancora uno "tre". 
Schiocchi acuti si susseguono bruciando ad ogni colpo
"dieci" 
"Basta così, solo un assaggio, ma sono sicuro sia stato efficace" 
Si siede nuovamente e mi lascia ancora lì, esposta e con il culo come un sole che sta tramontando, in contrasto con la mia anima che sta sorgendo, ad ammirare ciò che gli ho appena donato, con la mia piccola chiave sempre tra i denti e il viso appoggiato alle mani. 
Lo sento alzarsi nuovamente, si avvicina, si abbassa e mi toglie le scarpe, provo a muovermi per aiutarlo ma in un attimo mi prende i capelli e, avvicinando il viso al mio orecchio sussurra 
"ferma cagna, non ti ho detto di muoverti. Hai a disposizione le safe, usale se lo ritieni opportuno, in caso contrario sono io a dirti quello che puoi o non puoi fare, capito Cagna?" 
"si Signore" 
"brava la mia cucciola, adesso ferma" 
Torna ad armeggiare con i miei pantaloni e mi trovo completamente nuda dalla vita in giù, passa le mani sul rossore e si compiace di quanto la mia pelle sia ricettiva e si segni facilmente, poi, senza perdere il contatto scende con la mano, mi fa allargare le gambe per esplorare meglio gli anfratti nascosti tra le mie cosce, e non posso più nascondere la mia eccitazione. 
"cagna, e qui? Ti sei eccitata ad essere educata?" 
Come potevo spiegargli che avevo iniziato a bagnarmi appena avevo ricevuto il suo messaggio? 
"sentiamo qui per bene come sei bagnata e pronta, proprio come una cagna in calore" 
E affronda prima uno, poi due dita con facilità 
"attenta a non far cadere la chiave" 
Aggiunge un terzo dito e mi scopa con foga con la mano, tenendo i capelli con l'altra per farmi restare ferma, sempre più forte e a fondo, finché esplodo con un getto sul pavimento, ansimando, urlando a denti stretti per non perdere il prezioso oggetto. 
"hai bagnato ovunque, hai fatto una pozzanghera. Stai ferma cagna, non ho ancora finito con te" 
Lo sento mettersi dietro di me, abbassarsi i pantaloni e sento la punta del suo cazzo poggiarsi tra le mie gambe, e scorrere tra i buchi, giocando con la parte più sensibile e intima che ha appena raggiunto l'orgasmo, portando il mio godimento oltre i limiti del descrivibile. 
Mi alza la maglia fino al collo, in modo da lasciarmi scoperta la schiena e il seno appoggiato al tavolo di legno, che ormai avevo scaldato standoci appoggiata sopra, mi prende per i fianchi e con un affondo deciso torna a riempirmi e inizia nuovamente a dare affondi decisi, forti, che arrivano fino all'anima entrando da ciò che ha deciso dovesse fare suo, e che io ho concesso senza dubbi e obiezioni. 
Sento le sue mani corrermi sulla schiena e le unghie affondare per lasciare il segno, poi le sento infilarsi tra la pelle e il legno e afferrarmi deciso i seni, facendomi staccare dal tavolo e appoggiare la mia schiena al suo petto, sempre con le mani ferme al loro posto. 
Il suo fiato sul collo, le spinte continue, la mia testa all'indietro e la sua bocca vicino al mio orecchio. 
"Forza Puttana, ancora una volta e poi sarà il mio turno" 
Intensifica gli affondi, inizia a giocare con il mio clitoride e scopre il mio piercing segreto:
"Cagna e questo? Non me lo avevi detto ed è una cosa grave" 
Inizia a giocarci con il dito medio e a stimolarlo finché esplodo di nuovo e amplio la pozzanghera ai miei piedi, ed allora sento esplodere anche lui con affondi più intensi, profondi, decisi, con il suo cazzo che pulsa dentro di me, ancora sensibile dall'orgasmo appena provato. 
Mi abbraccia da dietro, mi bacia il collo:
"sei fantastica, una cucciola ma allo stesso tempo una puttana, la mia puttana" 
Mi fa girare mi toglie la chiave stretta tra i denti e mi bacia, a fondo, dolcemente, un misto di passione e gratitudine per gli orgasmi appena donati, ma il mio compito non era ancora finito. 
"signore" sussurro a bassa voce 
"dimmi cucciola" 
"posso portare a termine il mio compito?" 
"certo" benché non sapesse di cosa parlassi, stava riponendo in me la stessa fiducia che avevo riposto il lui. 
Lo faccio sedere, ancora con i pantaloni abbassati, mi inginocchio davanti a lui e inizio a pulire tutto ciò che sapeva di noi, minuziosamente, con le labbra e con la lingua, senza lasciare nulla indietro, senza trascurare nemmeno un millimetro di pelle. 
Assaporo i nostri umori mischiati, mentre lo vedo abbandonarsi sulla poltrona con la testa appoggiata e una mano sulla mia testa. 
"Signore, ho finito" 
Si alza senza farmi scostare, si tira su i pantaloni e si risiede
"vieni qui Missy, appoggia la tua testa sulle mie gambe" 
Avvicino le ginocchia a lui, poggio il culo ancora nudo sui talloni e appoggio la testa sulle sue gambe, abbracciando le ginocchia, e in quel singolo istante ho capito di aver nuovamente trovato il mio posto. 
"Missy, non so dove ci porterà questa strada, ma vorrei scoprirlo assieme, passo dopo passo, senza correre, assaporando ogni momento in cui potremmo lasciare fuori tutto il resto del mondo. Ci saranno delle regole che dovrai rispettare però non devi rispondere adesso, ne parleremo nei prossimi giorni. Ora godiamoci questi momenti"
Il mio respiro è tornato normale, la testa sgombra, lui torna ad abbandonarsi sulla poltrona mentre continua a passare una mano tra i miei capelli, e l'altra passa dalla guancia al collo, fino alla spalla. 
Non so quanto tempo siamo rimasti così, ma comunque ci sarei rimasta ancora almeno altrettanti minuti, ma prende un cordoncino dal tavolino accanto alla poltrona, ci infila la chiave e me la lega al collo con due nodi semplici da allargare e stringere. 
"Missy questa è la tua chiave del nostro piccolo rifugio, custodiscila finché vorrai continuare a venirci, attenta a non perderla, io ho la mia copia. Se e quando deciderai che non è più il tuo posto, basterà restituirmela, ma, per il momento, è tua, come tu sei mia".
E mi bacia di nuovo, mentre sono al suo cospetto, vulnerabile ed esposta, quanto nuovamente forte e decisa. 
Mi aiuta ad alzarmi e mi porge i vestiti poggiati sulla sedia, poi le scarpe aiutandomi a tenermi in equilibrio mentre le indosso, mi accompagna alla porta e mi accarezza una guancia mentre mi guarda negli occhi
"nessuna forzatura, solo ciò che ci fa stare bene"
"si Signore"
Mi da un bacio leggero e mi lascia andare aprendo la porta e chiudendola solo una volta che sono montata in macchina, a sincerarsi della mia incolumità. 
Accendo il motore e parto, con la sensazione nuova di quel piccolo cordoncino con la chiave appesa al collo, facile da nascondere sotto i vestiti, ma di cui non mi sarei mai privata, proteggendola stringendola tra i denti come ho fatto questa sera. 
Un messaggio arriva sul cellulare 
"avvertimi quando sei arrivata, aspetto la buonanotte cucciola... È stato meraviglioso averti a disposizione"
Fermo la macchina a bordo strada
"mai quanto lo è stato per me Signore, tornare finalmente al mio posto e sentire nell'anima che è quello giusto. Ci sentiamo appena arrivo a casa"
Nemmeno io so dove porterà questa strada, ma so che la percorrerò seguendo le sue orme, passo dopo passo, scandendo i ritmi naturali dell'evolversi delle situazioni, senza forzare, semplicemente vivendole. 

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