lunedì 3 maggio 2021

Padrone del mio orgasmo (parte I)

Non sono mai stata un fenomeno a letto, per tanti anni non ho nemmeno saputo davvero cosa fosse un orgasmo.




Ho sempre pensato fosse qualcosa che si costruiva con il tempo, qualcosa di astratto che, con un po' di fortuna, si concretizzava ogni tanto, ma che solo io potevo far succedere.
Così il mio interesse per il sesso era venuto a mancare, non mi serviva, vivevo bene comunque anche senza dover far fatica per provare qualcosa che non mi mancava minimamente.
Poi però le cose sono cambiate quando ho iniziato a giocare, i miei uomini occasionali diventavano solo uno strumento passeggero per il mio piacere, qualcosa da sfruttare per avvicinarmi a quel momento di estasi che avevo scoperto essere migliore di quello che pensavo. L'orgasmo arrivava più facilmente, non sempre, qualche volta dovevo fingere per farli contenti, però ci riuscivo.
Anche fingere bene l'orgasmo è un arte, è conoscere il proprio corpo in ogni minimo muscolo e sapere come si contrae all'apice del piacere, e io con anni e anni di esperienza sono diventata un'esperta nel simulare ciò che ogni uomo egoisticamente aspetta a conferma della propria virilità.
Prima era un atto egoistico, il fine per cui usavo gli uomini, qualcosa da inseguire per puro piacere personale e nient'altro, che non doveva interessare a chi era con me, perchè era una cosa che, se riuscivo a raggiungere, condividevo profondamente solo con me stessa.

Con il mio Padrone, invece, l'orgasmo ha assunto un connotato diverso, profondo, è diventata una cosa da condividere assieme, un intermezzo di piacere e non un traguardo da aspettare per poi far finire tutto, per me è diventato un regalo da fare a lui, la mia parte più intima da donargli a ringraziamento delle sue attenzioni, è diventato un DONO per entrambi.
MI ha sempre detto che sarebbe riuscito, con il tempo, a legarlo esclusivamente a lui, a rendere solo suo il mio massimo piacere, a non desiderarlo nemmeno se lui non è con me, e io non capivo cosa intendeva, ma lo avrei scoperto molto presto.

Giovedì pomeriggio avevo la casa libera ed è venuta a trovarmi Silvia, la mia "sorellina", avevamo voglia di conoscerci meglio, di parlare con qualcuno che finalmente avrebbe capito l'uragano che ci portiamo dentro. Le amiche capiscono, è vero, ti supportano, ma non sanno davvero cosa si prova, non sanno cosa significa gestire una tempesta nel bel mezzo dell'arido deserto, quel qualcosa che ti è indispensabile per vivere ma che è pericoloso e potenzialmente mortale.
E' stato come parlare con me stessa, ho trovato in lei le risposte che mi sono sempre data da sola, è incredibile l'alchimia che si può creare tra due persone appena conosciute, se si condivide una cosa così forte. Non è una schiava, ma è curiosa, propositiva, e il suo uomo vive in funzione di ciò che esce dalle sue labbra e per la sua soddisfazione, quindi possiamo parlare tranquillamente di appartenenza.
Dovevamo semplicemente bere un caffè, ma la complicità nel creare qualche scatto intrigante da inviare ai nostri uomini ha fatto scattare la scintilla del gioco.
Un bacio per girare un video e presto le lingue si sono infiammate di fronte all'obiettivo, ma il mio pensiero era sempre e solo rivolto alla soddisfazione e eccitazione che il mio Padrone avesse provato a vedere quelle immagini.
Da un bacio in piedi al mettersi sul divano il passo è stato breve, le autoreggenti che sbucavano dal suo vestitino corto sono state un richiamo dolce e sublime. Ciò che si celava sotto al vestito è stata una piacevole sorpresa, una sensualissima donna tutta curve da esplorare e venerare, uno spettacolo avvolto in un bustino in pelle e pizzo portato con la timidezza e l'insicurezza che la distingue. Una splendida dea non conscia del suo potere, con una lista di insicurezze lunga e resistente quanto la muraglia cinese, ma con un cuore tenero e pieno di cose belle da donare.
Abbiamo iniziato scherzando, una carezza, uno sguardo... avevo messo in carica il mio "giocattolo" preferito ed ero decisa a farglielo provare. Lei lo ha capito subito, si è sfilata le mutandine, si è seduta sul divano e li ho iniziato a divertirmi, a stuzzicarla, capivo bene cosa provava, perchè erano le stesse cose che riuscivo a provare anche io quando ci giocavo. Sapevo esattamente dove appoggiarlo, mi facevo guidare dalle sue urla di appagamento e sorpresa.
Con una mano la stuzzicavo e con l'altra facevo un video da inviare ai nostri uomini.. non so se lo facevo per far vedere al suo come Silvia godeva o per far vedere al mio che senza di lui non mi concedevo mai fino in fondo.
Ma il gioco era iniziato ed ero decisa a portarlo alla fine, volevo far vedere a Silvia, attraverso quel video, quanto bella è quando gode, quando è rilassata, quando non pensa di non essere all'altezza. So come si comporta il suo uomo, l'ho provato a suo tempo, e conosco la sua abilità nell'usare le mani... le lascio il controllo del giocattolo, sa bene dove appoggiarlo per trarne il massimo dell'appagamento, e io sempre filmando, la stuzzico con un dito in maniera leggera, superficiale, ma avevo ben avuto conferma in passato di quanto questa tecnica fosse terribilmente efficace.
In un attimo si è trasformata in una fontana, una pozza di appagamento si è formata ai suoi piedi e lei si è lasciata andare stremata sul divano. 
Il mio appagamento era compiuto, il gioco era stato interessante, ero felice e soddisfatta per un sacco di motivi: aver fatto godere la mia "sorellina", essere riuscita a condurre il gioco in maniera sicura e determinata, ad averla portata a rilassarsi e a potersi vedere per come è, una dea carica di sensualità e femminilità.

Ma io non avevo goduto, non ci avevo nemmeno pensato, non era nemmeno passato per la mia mente di poter partecipare al gioco per appagamento personale...
Il mio obiettivo era lei... e perchè non lo ero stata io?????

Allora mi torna in mente quello che mi aveva anticipato il mio Padrone:

Il mio orgasmo sarebbe diventato suo, me lo aveva detto...

Il mio appagamento sarebbe passato solo per il suo...

Il mio piacere sarebbe stato condiviso solo con il suo...

Il mio godimento sarebbe stato il suo regalo per noi, e per nessun altro...

Mi aveva avvertito che sarebbe riuscito a rendere suo anche il momento che nessun esterno può controllare, che nessuno può sentire, che nessuno può conoscere veramente se non attraverso chi lo prova.

Il mio Padrone è riuscito a fare suo anche il mio lato più intimo, nascosto, quello che nemmeno io conoscevo, e lo ha fatto attraverso la mia voglia di donarglielo, creando in me la necessità di legarlo a lui, e non c'è cosa più bella ed appagante...



1 commento: