Rifiuti ogni offerta di felicità, nessuno riesce a stare al tuo passo perché alcuni momenti sei una locomotiva lanciata a piena velocità, altri sei un bradipo azzoppato e assonnato che fa fatica ad alzare il viso, figuriamoci fare un passo.
Nonostante queste mie montagne russe emozionali ho alcune persone che mi sono vicine, che mi supportano e mi sopportano, e che fanno i salti mortali per me, persone a cui voglio bene, che mi offrono tutto il loro sostegno e il loro aiuto, psicologico e fisico, ma non sempre basta.
Mi sono messa nelle mani di una presenza molto importante per me, un mentore, un amico, una persona che "c'era prima, c'è adesso e ci sarà anche dopo", che mi ha sentito disperarmi, che mi ha abbracciato e mi ha fatto piangere tra le sue braccia, che si è preso sotto la sua ala una stronzissima Brat e l'ha accompagnata attraverso il tunnel che stava attraversando, con la pazienza di un santo e l'autocontrollo di un Buddah (mi sarei mandata a quel paese da sola, figuriamoci...). Mi ha fatto riflettere, pensare, fare un viaggio nella mia anima per iniziare a capire me stessa, a far pace con quella persona che ormai mi era sconosciuta, un'estranea per me stessa e per gli altri, nascosta da una fitta coltre di nebbia, e di questo non potrò mai ringraziarlo abbastanza, tenendo sempre un comportamento corretto nei miei confronti, senza mai approfittare della situazione, anche se avrebbe potuto farlo senza nessuna fatica perché io l'ho maldestramente continuamente provocato...
Sono passate nella mia vita un paio di persone, apparizioni fugaci, interrotte per questa mia rinnovata consapevolezza di ciò che voglio e di ciò di cui ho bisogno, che è molto diversa da ciò che credevo di volere. Ci ho messo tempo a capire di che si tratta, forse ancora non ho ben chiaro tutto, ma quando qualcosa non va inizio a sentirmi in gabbia, il mio demone inizia a ribellarsi, e lui ha necessità di essere placato, non scatenato.
Ho capito che ho bisogno di qualcosa che mi completi, ma che non mi condizioni irrimediabilmente, che mi renda felice ma non possa farmi diventare triste, che plachi il desiderio di ribellione, ma che non lo faccia intaccando ciò che della mia vita funziona, i miei punti di riferimento che non devono essere toccati.
Poi, quando pensavo che ciò che vorrei non esiste, ecco che Babbo Natale mi fa un regalo inaspettato... A dire io vero lo avevo scritto sulla letterina, ma sembrava essere passato oltre l'arzillo nonnetto, forse nemmeno lui era riuscito nell'impresa o, almeno, così sembrava...
Un messaggio di scuse per una risposta troppo "audace" si è trasformata in una conversazione durata fino alle 3 di notte, poi il giorno dopo di nuovo fino a notte fonda, in un continuo incrociarsi di vite, di esperienze che sembrano appartenenti alla stessa persona da tanto si somigliano, segnate e condizionate da cicatrici profonde, create dagli altri, ma anche da noi stessi.
Una persona conosciuta da un bel po', per posti in comune che si frequentano, un'anima inquieta rinchiusa in un viso da bravo ragazzo che fa di tutto per nascondersi tra la folla e non essere notato, per vivere ai margini di una comunità che frequenta da tempo.
Le parole sono intense, la voglia di viversi anche, ma la sua priorità è riuscire ad aiutarmi a riaggiustare la mia anima, rafforzare le mie fragilità e far sì che io possa finalmente sentirmi libera, un percorso ostico che dovrebbe far paura, invece mi accorgo di averne sempre meno, perché c'è ed è reale.
Non vuole la mia vita, ma vuole condividerne una parte assieme, quella parte che ad entrambi manca per farci sentire finalmente completi.
Promesse sussurrate e ripetute, domande a cui arriva sempre una risposta , offerte di aiuto prima che io possa domandare, due meccanismi che si incastrano alla perfezione e che formano il punto di incontro tra due persone e due mondi alla vista differenti, ma che si compensano e si completano, come due alberi apparentemente distanti, ma uniti tra loro dall'incrociarsi delle radici.
Niente interferenze, niente manipolazioni ma solo e semplicemente la voglia e il desiderio di guarire le ferite lasciando cicatrici più piccole possibili.
Pian piano, passo dopo passo, cucitura dopo cucitura, sempre con ben chiare le priorità, le possibilità e ciò che possiamo fare per sostenerci, perché entrambi siamo stati scottati in passato, ma adesso siamo qui per ricordarci l'un l'altro come non sbagliare più.
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