venerdì 16 luglio 2021

il mio posto

Sento ancora il suo profumo addosso, la sua pelle sotto le mie mani, la sua bocca che cerca la mia.

Oggi pomeriggio è stato molto paziente, perché, come una Brat che si rispetti, ho scalciato, mi sono ribellata perché le cose non sono andate come avevo sperato, l'ho sfidato dicendogli che non volevo vederlo... ma a chi la racconto, suppongo non mi abbia creduto nemmeno il mio gatto, che mi guardava mentre cercavo di fare la dura al telefono, mentre cercavo di far valere le mie ragioni, mentre gli dicevo che "dovevamo parlare" ma ormai mi conoscono anche i muri!
Lui mi conosce meglio di chiunque altro, sa perché lo faccio, sa che è solo una disperata richiesta di attenzioni, sa che ho bisogno di lui, sopratutto quando stiamo distanti a causa del suo lavoro. Divento come una bambina capricciosa che batte i piedi, ma d'altra parte lui lo sa, ha creato lui in me questa necessità, l'ha alimentata come un fuoco che ora è diventato un incendio, complicato da tenere circoscritto ma non impossibile.
Ci ho provato a dirgli che non lo volevo vedere, perché volevo dimostrargli di avere ancora un briciolo di indipendenza, come se fosse quello che voglio, come se dovessi dimostrare a lui qualcosa che sappiamo entrambi non esistere, ma sappiamo semplicemente essere una richiesta di accorciare quel guinzaglio che mi tiene legata a lui. Sono un libro aperto per lui, con la copertina staccata, niente può proteggermi dai suoi occhi che mi scrutano perennemente certi di ciò che troveranno, certo che prima o poi il mio lato Brat si farà sentire e che dovrà porre rimedio. Ormai ho imparato il suo trucchetto, molla il guinzaglio quel tanto che gli permetterà di accorciarlo velocemente alla crisi successiva, in modo da poter arginare immediatamente la mia necessità di attenzioni da parte sua, ormai lo conosco, il mio Padrone è un libro aperto anche per me. 
Oggi l'ho fatto arrabbiare al telefono, volevo semplicemente che mi dicesse che aveva bisogno di me come io ne avevo di lui, però purtroppo non ha la libertà mia negli orari e nell'organizzarsi, e delle volte perdo di vista questo punto.
Ma oggi mi ha spiazzato, non ha cercato di farmi ragionare, ha semplicemente detto "ok, se hai finito di parlare e hai detto tutto ci sentiamo dopo" CAZZO!!!! Ma come... Mi liquida così, sa che se non ci vediamo oggi poi non riusciremo a vederci fino alla settimana prossima perché nel weekend sono via... CAZZO!!! Sta volta me la sono giocata decisamente male, urge trovare rimedio! Come fare senza perdere la vena polemica? Trovato: "Francesco dobbiamo parlare, così non va bene"... Aspetto... Niente... Non ha letto... Non risponde... Ok, lo chiamo e lo dico a voce: "Dimmi"... "Francesco forse è meglio che parliamo"... "va bene, quando?"... "per me è uguale"... "ci vediamo al solito posto, sono lì in 20 minuti"... "ok"... Silenzi, lunghissimi, tra una frase e l'altra, sospiri che scandiscono ogni pausa come se pesasse come un macigno tra le parole. Ma sono decisa, ci sono delle cose che non vanno bene e adesso gliele dico!!! Mi cambio, arrivo da lui e, come al solito, ogni minima tendenza da bambina ribelle si attenua fino a scomparire. Ecco di cosa ho bisogno per essere felice, ecco di cosa ho bisogno per vivere e respirare, solo di lui. Bellissimo nella sua divisa da lavoro, un Padrone elegante, signorile, autoritario ma mai inopportuno o volgare, nemmeno quando mi chiama cagna. Smonta dalla macchina e viene a prendersi ciò che è suo, ciò di cui ho bisogno come linfa vitale, mi stringe a se e mi racchiude con tutto il corpo, e in quella stretta ricomincio finalmente a respirare. Abbiamo bisogno di viverci, di essere noi stessi tra quattro mura che proteggano e liberino ciò che siamo. Avanzo ancora una punizione, ma non c'è fretta, non scappo, l'attesa è già di per sé una punizione, ma oggi potrebbe essere l'occasione buona. Riusciamo a dedicarci un paio d'ore solo per alimentarci, e rimontiamo in macchina carichi di aspettative per ciò che ci aspettava.
Arriviamo ed entrambi abbiamo la stessa idea, tiriamo fuori dalla macchina le borse che custodiscono ciò che è nostro, solo una promessa non detta, ma fatta vedere all'altro. Entriamo in camera ma non facciamo nemmeno a tempo ad appoggiare le borse che già ci stiamo divorando, ci stiamo prendendo ciò che ci spetta, gli sto donando completamente me stessa, il mio corpo è completamente rapito e succube dei suoi desideri, dei suoi movimenti decisi e autoritari. Sa come placare ogni mia effimera ribellione, sa bene ciò di cui ho bisogno, sa bene che il mio posto è al suo cospetto. Mi porta all'apice del piacere, oggi abbiamo semplicemente fatto l'amore, siamo stati noi, affamati l'uno dell'altro, assetati del nostro piacere. Quando parliamo lo facciamo a letto, ma oggi gli ho chiesto di mettersi sulla poltroncina, per poter stare ai suoi piedi, nuda, al suo cospetto. Oggi ho trovato il mio posto. Un posto che mi da emozioni inspiegabili, sensazioni forti, brividi intensi. Nuda, ai suoi piedi, mentre lo contemplo, mi parla, guardandomi come se non avesse mai visto nulla di più bello e più perfetto. L'ho guardato alzarsi da quella poltrona, rivestirsi, ma non mi sarei mai mossa, perché sentivo essere il mio posto. Oggi ho fatto un altro passo avanti, ho messo un nuovo tassello al puzzle che è la nostra vita assieme. Un meraviglioso puzzle che pochi possono vedere interamente, ma che, chiunque ci passa vicino, si accorge che esiste. Il mio Padrone, il mio destino compiuto, il mio mondo vissuto dal basso verso l'alto

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