domenica 26 settembre 2021

Subspace

Quando senti raccontare le esperienze altrui, ti chiedi sempre se è quando capiterà a te. Io ho smesso di farlo da un po', perché ho capito bene che ogni rapporto è a sé, non tutto arriva con gli stessi tempi e negli stessi modi, quindi ho imparato a vivere la mia vita "step by step" e l'importante non è che passi percorri, ma è assieme a chi li fai.


È 15gg che non stiamo assieme, io e il mio Padrone, e il suo controllo sul mio corpo inizia a mancarmi, a pesarmi il fatto che non ci sia, a sentire il peso dell'autonomia... Venerdì dovevamo vederci, ma non ci siamo riusciti per suoi impegni familiari, quindi era rimandato tutto a questa mattina, che ci siamo organizzati all'ultimo secondo. Gli avevo chiesto di trattarmi non solo come la donna che ama, ma come una sua proprietà, in maniera estrema, avevo bisogno di tutto il suo controllo, e fino ad ora non avevo mai sentito questa necessità così forte, così l'ho espressa, ma credo di aver sfondato una porta aperta, perché la sua necessità si rispecchiava con la mia, il suo desiderio bruciava dello stesso combustibile del mio. D'altra parte, le nostre anime sono legate e viaggiano all'unisono, non poteva essere altrimenti.
Ieri mi ha avvertito che sarebbe arrivato da me alle 9.30, poi più nulla, una buona notte veloce e un messaggio alle 9.11 questa mattina "sto arrivando"... Nemmeno il buongiorno, ero pronta alla sceneggiata perché non si era svegliato e non sarebbe riuscito a venire, invece aveva semplicemente mantenuto alto il mio desiderio e la mia adrenalina, senza nemmeno darmi il buongiorno.
Lo vedo entrare dalla porta, io mi presento come sempre, in posizione Nadu, attesa e devozione, la sintesi perfetta di ciò che provo. 
Si avvicina, si spoglia, non mi bacia come al solito, semplicemente fa ciò che gli ho chiesto, mi usa come ho chiesto, come fossi semplicemente uno strumento per il suo piacere, per la sua soddisfazione. Non parlo, mi da semplicemente ordini, e io esegui, senza battere ciglia, senza tradire nessuna emozione, semplicemente sentendomi in pace con il mondo nel ruolo che sento mio, nel mio posto nell'universo.
Ascolta ogni mio minimo respiro, sta attento ad ogni mio movimento, cerca di carpire ciò che non dico, perché, in ogni caso, io sono il centro anche del suo mondo, e mai mi farebbe del male o qualcosa che io non voglio. Ho sempre detto che con lui non ho limiti fissati, sono sempre totalmente nelle sue mani, semplicemente perché mi fido di lui al 100%, so che lui ha un solo enorme limite, il buon senso e ha come punto focale la mia sicurezza, sa bene che di me può fare ciò che vuole, e di conseguenza mi maneggia con cura e attenzione.
Questa mattina mi ha dato ennesima prova del fatto che non mi sono mai sbagliata. Mi ha fatto mettere a pancia in giù sulle sue gambe, mentre era seduto in poltrona, sa che mi piace sentire le sue mani addosso più di qualsiasi altro "attrezzo", ha iniziato usando mani, alternando un colpo di cane o di tawse ogni tanto, ma utilizzando prevalentemente i palmi enormi e fissi, che tanto adoro. Un'intensitá altalenante ma sempre regolare nel ritmo e nella sequenza, come una melodia precisa. Mi sono sentita pian piano rilassare, mi sono abbandonata sulle sue gambe, la testa appoggiata al bracciolo, le mani appoggiate su di lui per mantenere un contatto, per me fondamentale. Mi son sentita totalmente abbandonata a lui, incapace di reagire sotto i suoi colpi, appagata, rilassata, con gli occhi chiusi riuscivo solo a sentire lo scandirsi dei colpi, senza sentire nessun dolore, solo piacere misto a benessere. Sentivo che si assicurava sempre a che livello fossi, quando non mi ha più sentito rispondere si è fermato, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, accanirsi, soddisfare il suo sadismo nella forma più elevata, avrebbe potuto battermi a sangue che non sarei stata in grado di fermarmi, costretta solo nel limbo mentale in cui mi aveva portato, ma si è fermato, ha capito che andare oltre sarebbe stato pericoloso per me, e ha iniziato ad accarezzarmi, a parlarmi, a stare con me in quel limbo per poi, pian piano riportarmi da lui, tra le sue braccia. Non avevo mai provato una sensazione del genere, è stata strana, particolare, e solo dopo mi sono resa conto di quanto possa essere stata pericolosa, se solo fossi finita nelle mani sbagliate. Invece le mani in cui mi sono abbandonata erano le sue, il posto più sicuro per me in tutto l'universo, l'unico posto in cui mi sento protetta, pur essendo vulnerabile fino a potermi uccidere, se volesse o se non fosse in grado di proteggermi, anche da sé stesso. Anche oggi mi ha fatto fare qualche passo avanti in quella strada senza ritorno, che abbiamo imboccato mano nella mano quasi un anno fa.
Siamo stati ancora assieme, abbiamo parlato, bevuto il caffè, ci siamo persi tra le braccia e sulle labbra dell'altro, perché, oltre a quello che c'era appena stato, noi siamo molto altro. Adesso, mentre scrivo queste parole, e ripenso a ciò che è stato, mi sento bene, felice, respiro di nuovo a pieni polmoni, perché vivere la sua assenza è come vivere senza l'ossigeno per poter respirare, anche se questo, comunque, vorrà dire dover lavorare in piedi per tutta la settimana 😅🤪

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