sabato 10 settembre 2022

Il dolore

Ci sono dolori che si fa fatica a descrivere, perchè ogni parola ti sembra totalmente inadeguata, sembra che nulla possa rendere l'idea di ciò che senti.

Il petto che si stringe, il respiro che diventa affannoso, un dolore indescrivibile, muto e sordo a qualsiasi supplica di cessare.


Dolore al fisico, dolore all'anima, impossibile distinguerli quando tutto confluisce in un unico grande malessere al petto, che toglie il respiro, che lacera l'anima, come se mille lame affilate aspettassero solo ogni tuo minimo movimento per poter affondare nella carne. Ferite che non sanguinano ma bruciano come se le lame fossero arroventate oltre che affilate, che provocano tagli netti e dolorosi. Inizi a pensare che l'unico modo per non sentire è stare fermi in un punto, immobili, lasciare il mondo attorno a te andare avanti senza preoccupartene, perché tanto sei stata costretta a scendere dal rapido susseguirsi del tempo, da ciò che provoca emozioni, da ciò che ti fa andare avanti. 

Non è arrivata la tua fermata, ma non hai avuto scelta, sei semplicemente stata costretta ad abbandonare quel viaggio che tanto ti stava dando, che tanto ti rendeva felice, e che adesso, invece, ti ha lasciato a terra, ferma, con i graffi che sanguinano e con l'anima svuotata dalla ferita provocata dall'impatto con il terreno. 

E così, durante quell'avventura che eri sicura sarebbe durata per sempre perché ti sentivi amata, protetta, sicura nell'unico posto al mondo che sentivi essere il TUO posto, ti senti tirare per il braccio e spinta verso l'uscita:

"Padrone è finita?" riesci solo a balbettare tra le lacrime, in un misto di paura e sofferenza "Si Missy"... "Ma com'è possibile Padrone, non mi ami più?" "no"... 

Trafitta e dilaniata da una semplice parola, uccisa da chi pensavi ti avrebbe protetto per tutta la vita, da quel "per sempre" che mai avevi promesso ma che eri riuscita a pronunciare una volta passata la paura di quello che poteva essere... 

... 

... 

...

E adesso? Cosa ne sarà di me? Non riesco nemmeno a dare un nome alle mie emozioni, perché, come per ciò che provo per lui, anche in questo momento non ci sono parole che possano descrivere come mi sento, anzi, forse si, una... MORTA... Ho staccato tutto, ogni sensazione, ogni emozione, perché se non riesci a sostenere quelle brutte devi escludere anche quelle belle. Un automa freddo con una maschera ben congeniata, ma non voglio sentire niente, non voglio provare niente, non ci riesco, non riuscirei a sostenere quel dolore che lacera e toglie il respiro. 

Per un momento ho creduto che, tornare "quella di prima", potrebbe aiutarmi a non pensare, potrebbe farmi tornare fredda, glaciale, calcolatrice... Usare un uomo dopo l'altro, tornare a giocare con la vita altrui per evitare che gli altri giochino con la mia, come è appena successo... Direi che rifare un account su un sito di incontri come "singola" mi darebbe ciò che voglio, uomini, coppie, donne, qualsiasi cosa mi possa permettere di non pensare e possa far passare il tempo in maniera veloce, scandita, divertendomi come facevo in passato. 

10 minuti è durato quell'account... 10 fottutissimi minuti e l'ho cancellato, mi sono fatta schifo... 10 cazzo di minuti in cui mi sono resa conto che non sono più quella persona, che questi 2 anni mi hanno profondamente cambiato, mi hanno rivoluzionato. Guardo quel profilo sul sito e non mi riconosco più, non sono più io quella persona, e non voglio più esserlo. 

Spengo il computer, mi butto a letto al buio, con i miei gatti, e inizio a piangere. Mi fa male tutto, non riesco a respirare e nemmeno a far smettere le lacrime di scendere. Inizio a singhiozzare e non ho più il controllo del mio corpo, non ce la faccio, non riesco ad andare avanti senza di lui, ma non ho scelta. È finita... 

Devo solo trovare la forza di rialzarmi, ma non è ancora tempo, è ancora troppo fresca la ferita, i graffi dell'impatto con l'asfalto ancora bruciano. Ancora mi sento sua, anche se lui non mi vuole e non mi ama più, la mia anima ancora risponde a lui, anche se non ci sono più ordini o desideri da soddisfare, la mia mente è in cerca della sua, il cuore perde ancora un battito ad ogni cosa che riporta a lui. 

Forse devo imparare solo a convivere con questo dolore, alla sua assenza che non diventerà mai totale, perché sarà sempre dentro di me... Proseguire con i suoi insegnamenti, con le sue indicazioni, che mi hanno fatto diventare ciò che sono ora... 

Forse... Perché... Magari... Tempo... Dolore... Tempo... Lontananza... Tempo... Sopravvivere... Tempo... Tornare a vivere, forse... 

Ma adesso è ancora troppo presto, continuerò ad indossare la mia maschera e a piangere da sola, a letto, al buio, assieme ai miei gatti... 

Adesso sono "libera", ma la libertà è diventata la peggiore delle prigioni


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