Ecco che, invece, ti ritrovi a preparare nuovamente la valigia, ma questa volta non lo fai per iniziare l'ennesimo viaggio, questa volta l'appoggi sopra l'armadio, carica ma non pronta, semplicemente a deposito.
Una doccia fredda mi ha gelato, nel corpo e nel sangue
"Missy, mi hanno dato il trasferimento all'estero definitivo... La mia azienda ha appena acquisito una nuova succursale e devo andare li a fare ciò che facevo qui... Mi trasferisco con la famiglia. Ci vorrà del tempo per organizzare tutto, la scuola delle ragazze, la casa, ma la decisione è presa"
Mi sono sentita sganciare il collare e l'ho visto appoggiare a terra affianco a me, un suono assordante come se fosse caduto un albero, e poi il nulla, ho solo sentito la porta chiudersi...
Non so per quanto tempo sono rimasta in ginocchio, con le spalle rivolte alla porta da cui è uscito, muta e sotto shock.
Quel lavoro che tante volte ci aveva dato libertà di vederci, di concederci qualche weekend assieme, adesso ci stava separando per sempre. Stava spesso fuori per fiere, convegni, all'estero nelle varie succursali, ma era sempre tornato da me, portandomi le calamite che adesso vedo attaccate al mio frigorifero, ma questa volta sarebbe stata diversa.
Resto li, in ginocchio, a fissare la poltrona su cui sedeva sempre, i ganci al soffitto... tutto ciò che mi circonda parla di lui, racconta una storia che non avrebbe mai dovuto finire, che eravamo riusciti a far coincidere con le nostre vite, ma che adesso si sta sgretolando sotto il peso delle responsabilità, delle scelte, del dovere. Quel lavoro che 9 anni fa lo aveva portato qui, ora lo sta portando via di nuovo... Dovevo saperlo, potevo immaginarmelo, ma avevo fatto finta di non pensarci, mettendo i paraocchi a quel cavallo imbizzarrito che stava riuscendo a domare.
E adesso mi ritrovo così, vuota, morta dentro, è una settimana che mi ritrovo a guardare il soffitto da cui ora i ganci non pendono più, fisso il telefono da cui non arrivano più le sue chiamate, i suoi messaggi. Faccio sempre una veloce chiamata quando so che il suo telefono è spento, in modo che il suo numero sia sempre tra quelli chiamati in giornata. Fisso Telegram, sperando che non mi blocchi anche lì, anche se ha cancellato 2 anni di messaggi, chat, video: il nostro primo "Ti amo", la nostra prima litigata, le reazioni al nostro primo bacio... Tutto finito nel calderone dei messaggi cancellati, assieme a relazioni finite, tradimenti consumati, amori appena iniziati ma che non devono lasciare traccia...
Adesso fisso la mia valigia sopra l'armadio e so esattamente cosa contiene: oggetti, scarpe, sogni, desideri, tutto perfettamente impacchettato. Il mio collare sopra a tutto, quasi a fungere da amuleto in protezione del contenuto, specialmente quello che non si può vedere ma che ho rinchiuso comunque tra quelle borse.
Gli attacchi di panico si susseguono, l'ossigeno mi manca in continuazione come se vivessi in apnea senza mai riuscire a raggiungere la superficie, mi vengono dati tranquillanti, non mangio, il peso cala vistosamente, ma non riesco a reagire, non riesco a vedere nessuna luce nel fondo del buio in cui sono sprofondata.
Ogni tanto gli mando un messaggio, quando so che è al lavoro, e con molto ritardo, rispetto ai canoni abituali, mi risponde, finchè trovo il coraggio di chiamarlo:
"Padrone, come stai?"
"Sto... Missy non chiamarmi più così per piacere"
Il respiro si fa affannoso, non riesco a parlare e le parole, comunque, tra i singhiozzi non si capirebbero...
"Missy sta tranquilla ti prego"
Lo supplico di non sparire, di permettermi di averlo ancora nella mia vita, di poterlo sentire ogni tanto, di scrivergli messaggi, ma senza di lui io non riesco a vivere. Inizio a non riuscire a respirare tra i singhiozzi, lui resta in silenzio ma sento il suo dolore urlare quasi più forte del mio:
"Missy va bene, stai tranquilla, non sparirò" con una voce rotta che tradisce l'unica lacrima che è riuscita a farsi spazio.
Il respiro torna regolare, il cuore inizia a battere di nuovo e i polmoni a riempirsi di ossigeno...
"Padrone..."
"Missy cosa ti ho detto..."
Ma io non mi smentisco mai, non inizierò certo ora ad obbedire:
"Padrone, arriverà mai il nostro momento?"
"Sì Missy, arriverà. In questa o in una delle prossime vite, perchè noi due siamo le due estremità di un filo rosso che ci unisce e che niente e nessuno può spezzare".
Non sono più quella di prima, sono come lui mi ha plasmata, e adesso so che lui sarà per sempre una guida, anche dall'altra parte del mondo, ma ci sarà quando avrò bisogno, anche se, al momento, il bisogno di lui è ancora continuo.
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