martedì 20 settembre 2022

Inizi convinta di parlare di una cosa, ma poi...

Con il tempo le cose si vedono meglio, più nitide.
Tutto inizia a scemare e il paesaggio, pian piano, torna ad essere sereno, perché, come diceva un famoso film "non può piovere per sempre".


Inizio a respirare, con calma, lo devo a chi mi sta attorno e, sopratutto, a me stessa. Ho sempre avuto la capacità di riuscire a guardare le cose dall'esterno, a distaccarmi completamente da ciò che mi succedeva attorno, staccare le emozioni e vivere da spettatrice quella che sembrava essere la vita di altri, solo nel mio corpo.
Ricordo il giorno che mi sono sposata, la notte ho dormito come un ghiro, la mattina era come se dovessi andare al lavoro, sono andata a fare la spesa, poi dalla parrucchiera, le foto di rito e 15 minuti prima dell'orario canonico ero già pronta che parlavo con i vicini di casa in parcheggio, come se stessimo aspettando qualcuno tutti assieme, con la differenza che ero io quella che tutti aspettavano. Non una lacrima, non un cenno di emozione, ho fatto venire il nervoso a chiunque quel giorno, perché sembrava che fossi un'invitata e non la sposa. 
Stessa cosa in tutte le tappe importanti della mia vita, mera interprete dello spettacolo destinato a qualcun altro, senza emozione, come se fosse un giorno come un altro, scandito solo da un impegno in più.
Nei giorni scorsi, per la prima volta, ho sentito mia mamma ammettere che mi ha visto per anni con una corazza, qualcosa di spesso e impenetrabile che adesso tornerò ad indossare nella quotidianità, perché la prima volta che l'ho tolta ho solo permesso che mi venisse fatto del male, giunto dopo aver creduto che fosse stata la scelta migliore della mia vita. D'altra parte era lei che ha dormito con me la notte prima di sposarmi senza il minimo pensiero, lei mi vegliava di notte quando mi vedeva fredda e impassibile di fronte a qualsiasi cosa, negli anni in cui avrei dovuto scoprire le emozioni come qualsiasi ragazza della mia età, e si preoccupava che non volessi provare nulla per non soffrire. Sempre lei, quando ha saputo che, per la prima volta, avevo lasciato da parte l'armatura per mettere tutta me stessa in qualcosa, mi ha detto "qualsiasi cosa succeda ci sono" perché sapeva che avrei sofferto, e non perché abbia una sfera di cristallo, semplicemente perché sapeva che la prima volta che accetti di provare sentimenti rischi di dare troppo, e finisci inevitabilmente per soffrire.
Lo sapeva, mi ha controllato da lontano, mi ha visto ridere, finalmente mi ha visto provare ed esternare qualcosa, finché mi ha visto crollare a terra, momentaneamente lontana centinaia di chilometri da qui ma vicina con la costante presenza che solo lei sa darmi. 
Abbiamo passato di tutto assieme, credo che un libro non basterebbe per raccontare, abbiamo litigato, ci siamo urlate di tutto, una volta ci siamo anche messe le mani addosso, ma siamo sempre tornate al punto di partenza, sempre solo io e lei contro il mondo, perché il resto andava e veniva, ma io e lei c'eravamo sempre, presenza costante anche nei periodi delle peggiori litigate, che poi passavano non ricordo nemmeno io come, ma misteriosamente spariva tutto.
Mi ha visto chiudermi in me stessa, allontanarmi da qualunque cosa, saltare a pié pari da bambina ad adulta impassibile, senza una via di mezzo, senza adolescenza spensierata o quegli anni in cui ogni cazzata è giustificabile, ma è sempre stata lì, a sperare e a vivere anche per me, a sentirsi in colpa prima per non aver protetto la sua bambina dalle cattiverie e ad aver permesso che chiudesse in un baule tutti i sentimenti, e adesso, per non essere riuscita a proteggerla l'unica volta che l'ha vista credere nelle persone... Beh, non è così... Non puoi sempre proteggere le persone, perché per imparare devono sbagliare, puoi solo esserci a raccogliere i pezzi. Con me è semplice, li tiro su con una paletta e li ributto alla rinfusa all'interno della corazza sigillata nuovamente a triplo strato, non saranno composti, uniti e ordinati, però almeno ci sono tutti, ma ad aiutarti a raccoglierli ci vuole qualcuno di fidato, altrimenti si rischia che voglia tenere per sé qualche frammento di cui sentirei la mancanza per sempre... 
Ed ecco qui, che avevo iniziato parlando di altro, e mi son ritrovata a parlare di lei, della mia fondamenta principale, senza la quale crollerebbe tutto... 
La persona che mi ha fatto cadere le ultime lacrime, sabato pomeriggio mentre scrivevamo nella chat WhatsApp assieme a lei e mio fratello di ciò che è successo a me, scrivendomi:
"Le persone così non hanno cuore. Non permettere a nessuno di toglierti il tuo che è grande.
E poi pensala come vuoi. Non hai bisogno di qualcuno che ti dica quanto vali. Devi saperlo da te. E di nessuno che ti asciughi le lacrime ma solo di qualcuno che a calci in culo ti faccia capire che non hai bisogno di cercare nulla visto che puoi ottenere tutto con le tue forze."

E ancora adesso mi trovo a farle scendere queste cazzo di lacrime, non si fermano, perché torno sempre a domandarmi se abbia ragione, se io possa valere così tanto da poterla rendere orgogliosa di ciò che sono, perché lei mi ha dimostrato che ci si può rialzare, e io devo dimostrarle di aver appreso il suo insegnamento più importante... 

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