sabato 17 settembre 2022

Tornare ad amare me stessa

Arriva sempre il momento in cui ti chiedi cos'hai sbagliato, se quello che è successo è colpa tua, se potevi comportarti in maniera differente per salvaguardare quel rapporto che tanto ti stava dando e per cui, forse, non hai dato il massimo.


Passi giorni con queste domande che pesano come macigni, che non ti fanno dormire, non ti fanno mangiare, fanno scendere solo lacrime, perché credi di non aver dato abbastanza... Continui a rimanere aggrappata con le unghie e con i denti a qualcosa senza cui credi di non poter vivere, continui a farti del male, a prosciugare quel poco di anima che ti è rimasta, quel po' di forza che credi ti possa servire per sopravvivere, finché non ti rendi conto che potrebbe servire per darsi lo slancio per tornare in superficie.
Nei giorni scorsi ho toccato il fondo, ho segnato il mio corpo grattando sul fondale del baratro in cui sono finita, convinta di non riuscire a contrastare la forza di gravità che mi portava a non poter risalire, invece poi ho iniziato a muovermi, a contrastare la corrente, con fatica, un centimetro alla volta ma ho capito che posso farcela, che dipende solo dalle mie forze.
Capisci che arriva il momento in cui devi reagire, perché quello che potevi lo hai dato tutto, anche dopo essere stata rinnegata, umiliata, ferita a morte e lasciata lì a sanguinare. Hai continuato a crederci, nonostante ti fosse stato detto "fattene una ragione", non hai voluto arrenderti, nonostante la voglia di esserci comunque fosse solo la tua, mentre di fronte a te hai trovato solo un muro da dove ogni tanto si apriva una porta temporaneamente, poi puntualmente sbattuta in faccia, solo per poter scrollare dalla propria coscienza i granelli di rimorso per ciò che mi stava facendo. 
Non vuoi accettarlo, non puoi crederci, perché le lacrime e la sofferenza annebbiano tutto e non ti fanno vedere nemmeno l'evidenza... Quell'evidenza che ti si para davanti nitida e chiara, ma che non vuoi affrontare, nonostante la limpidezza in cui ti viene servita.
Capisci che non conti più nulla, che ciò che provi non conta, perché ti viene dimostrato che il tuo dolore non è paragonabile al loro, che non è importante come ciò che provano gli altri, perché vogliono farti credere che tutto ciò che è successo è dipeso da te, quindi non puoi davvero soffrirne... Arriva un momento in cui ci credi anche, finché l'ultima goccia non scende a far traboccare l'acqua dal vaso, e ciò che provi non è più dolore ma rabbia.
Rabbia perché non è giusto, perché non hai fatto nulla per meritarlo, perché tu hai fatto l'impossibile per dare tutto ciò che potevi, hai donato tutta te stessa a qualcuno che adesso ti sta rinnegando, che non vuole sentirti, che è solo capace di vedere il proprio dolore e la propria salvaguardia, dimenticando tutte le promesse che ti aveva fatto, prime tra tutte quelle di proteggerti e di trovare il modo di non dover mai rinunciare a voi. Invece no, ti trovi sempre sola, per terra, sanguinante e a corto d'aria davanti ad un muro.
Poi decidi di reagire, dopo l'ennesima dimostrazione che non conti più nulla, che non importa ciò che senti, cosa provi e ciò di cui hai bisogno, dopo l'ennesima dimostrazione che il tuo dolore non è al suo livello, degno della sua attenzione.
Capisci che tutto ciò che avevi pensato dopo essere stata liberata erano solo tue idee, speranze e necessità di giustificare per non ammettere la sconfitta, per non ammettere di esserti sbagliata, perché ciò che pensavi essere stato reale e sincero non poteva sparire in un soffio di vento...
"Padrone, non mi ami più?" - "No Missy"
Queste parole continuano a rimbombarmi nella testa, scandite solo un paio di giorni dall'ultimo "ti amo", e ti fanno mettere in dubbio qualsiasi cosa.
Però, un po' alla volta, la nebbia inizia a diradarsi e inizi a vedere le cose per come stanno, almeno in base a ciò che ti viene dimostrato, e capisci che non ne vale la pena. Tu sei sempre la stessa persona, lui no, o forse non è mai stato come lo avevi idealizzato, avevi visto probabilmente solo ciò di cui avevi bisogno, e decidi di ripartire da qui.
Una persona mi ha detto:
"le persone fino ad ora hanno visto in te la possibilità di essere felici e sinceri, adesso hai la responsabilità di far vedere che ci si può alzare, reagire e tornare a vivere" e così ho deciso di fare, perché io posso voltarmi indietro ed essere fiera del mio percorso, dei passi fatti e di ciò che sono diventata, sincera nei sentimenti e nelle azioni.
Adesso, pian piano, inizio a risalire verso la superficie. Non so quanto tempo ci vorrà, quante energie mi verranno prosciugate, ma ci riuscirò per me, perché me lo merito, perché ho dato tutto ciò che potevo, perché ho amato con tutta me stessa e donato la mia anima a qualcuno che l'ha buttata via, gettata in mezzo al fango, ma che adesso mi ha persa.
Non lo permetterò più, non mi farò avvicinare più da nessuno abbastanza da potermi ferire, ma devo rialzarmi, lo devo prima di tutto a me stessa. 

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