Quella sensazione di smarrimento, di sentirsi completamente estranei ad una situazione, ad un luogo o, molto peggio, alla vostra vita.
Ho sempre combattuto con questo, forse più che sentirmi del tutto estranea a qualcosa, sono sempre stata convinta di avere un gran tempismo di merda per le cose, e di aver visuto la mia vita con un gran numero di "se fossi arrivata prima..." oppure "se avessi aspettato..." o, meglio ancora "se non avessi mai...". Tutto è sempre stato scandito da tempi e modi sbagliati, decisioni errate, cose arrivate troppo tardi o troppo presto, o, semplicemente strette con tutta la forza che avevo, quando semplicemente dovevano solo essere lasciate andare.
Mai nulla ha avuto giuste tempistiche, si è incastrato con i miei desideri.
Una vita passata a rincorrere qualcosa che, quando poi finalmente arrivava, era troppo tardi, l'avevo già lasciata scivolare tra le dita, stanca di rincorrerla o di stringerla con tutta la forza possibile, finché esausta non avevo lasciato la presa. Una presa in giro continua da parte della vita, che non ha mai perso occasione di rinfacciarmi "se solo avessi aspettato...", "se solo avessi insistito...", "se solo ci avessi creduto di più..." oppure "se avessi preso l'altra decisione...", come se tutto dipendesse solo ed esclusivamente da me.
Ho sentito continuamente addosso il peso di qualunque cosa, qualunque decisione, il destino di chiunque mi circondasse, perché io per tutti sono sempre stata quella su cui poggiarsi, su cui fare affidamento, a cui far decidere, a cui lasciare le sorti anche di ciò che non mi competeva, perché tanto ero abituata a decidere, consigliare, sobbarcarmi oneri ma mai onori...
Una vita a pensare di poterla affrontare diversamente, perché con scelte diverse avrei versato meno lacrime, strozzato in gola meno singhiozzi, forzato meno sorrisi...
Giorni a guardarmi attorno chiedendomi se è davvero questo il mio posto, se è ciò a cui mi hanno portato le scelte fatte, quel meraviglioso tempismo di merda che mi porto dietro da sempre e che mi fa fare le cose sbagliate nel momento sbagliato, convinta invece che possa essere la cosa giusta nel momento giusto.
Decidere, scegliere, supportare, sopportare, stringere i denti e accusare il colpo, cacciare indietro le lacrime e ammettere l'errore, sorridere per dar l'impressione che questa volta hai capito, che non farai più lo stesso errore e che finalmente lascerai cadere quell'istinto di salvaguardare gli altri ma mai te stessa, che, alla fine, ti fa sentire sbagliata in mezzo ad una folla di persone che tu hai fatto in modo fossero al posto giusto.
Non si può tornare indietro nel tempo, ma dicono che gli errori servono ad imparare, a non ripeterli, soprattutto se ti son costati lacrime e dolore, e invece no, non impari...
Continui a sbattere il viso contro cazzate ripetute, perché "questa volta è diverso", e invece ti trovi per l'ennesima volta in fila, con il numerino in mano in attesa del tuo turno, convinta che prima o poi arriverà, a guardare la vita che vorresti dal fondo del serpentone che ti precede.
Sono stanca, sono davvero stanca di guardare felicità altrui che io contribuisco a creare, quasi una beffa che la vita mi presenta puntualmente davanti agli occhi, rinfacciandomi di aver sbagliato tempismo, cambiando la fila quando ormai sarebbe arrivato il mio turno, senza sapere che da quella fila sono stata spinta via perché ormai non servivo più a far presenza.
Nessuno mai che viene a prendermi in quella fila, che si accorge del mio guardare la felicità altrui dal fondo della folla, troppo bassa per potermi far spazio, e troppo anonima per potermi far notare. Di me ci si accorge solo quando il capannello di persone si è ormai diradato e io resto sola con il numerino in mano di un pannello luminoso ormai spento.
Sono stanca, davvero stanca di sentirmi dire che "dovresti fare diversamente", ho solo voglia di sedermi a terra, dove sono adesso, tanto nessuno arriverà mai a dirmi "adesso è arrivato il tuo turno, è il momento giusto e il posto giusto" perché ormai sono convinta che per me non esistono.
Continuerò a sistemare i momenti altrui, ad essere nei "loro" posti giusti e nei "loro" momenti giusti, facendo almeno tesoro del tempismo che per me non riesco a far coincidere.
Ma per il momento mi fermo qui, non ho più la forza di godere di felicità altrui, vorrei solo poter trovare qualcuno per cui io possa essere "la cosa giusta al momento giusto", che tenga stretta me fino a farsi venire i crampi alle mani per paura di vedermi scivolare via, o che mi ricorra per paura di non vedermi più... Vorrei solo essere il "giusto tempismo" per chi ha bisogno di tenermi vicino dal principio, e non solo quando si è accorto di avermi perso.
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